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odissea

come ti poni quando scopri che attenti e lunghi studi giungono ad una conclusione che in cuor tuo hai sempre covato ovvero le sostanziali differenze (e fin qui ci siamo) derivano da un lasso di tempo intercorso (piú o meno cinquant’anni) tale da giustificare la teoria della non identicità dell’autore?...personalmente tendo un pochino a fottermene in questo senso: riguardo la verità storica ho già fatto la mia scelta e -per esempio- credo alla vita di dante scritta da boccaccio (v.) ed anche: l’autore cambia l’opera no (v.); inoltre amo pensare che cinquant’anni non costituiscano un intervallo insormontabile per un uomo assistito dal fato benigno -che possa aver scritto ‘l primo (poema) intorno ai vent’anni e il secondo attorno ai settanta, sempre supportato da un talento divino -inarrivabile per tutti gli altri- col risultato che si possa noi -oggi- confrontarci -confrontarci insomma si fa per dire: inchinarci è l’espressione corretta -e suggere insegnamento: su cosa? -noi stessi innanzi tutto perché noi veniamo da lí -la nostra organizzazione sociale intendo: valori gerarchie usanze; l’onore la nobiltà -nell’accezione piú ampia- l’ospitalità come attrazione verso l’altro da sé; il combattimento lo sport il culto dei morti e il loro mondo -il fato!, cui anche gli dei devono inchinarsi; -l’invidia, sostiene friedrich wilhelm motore di tutto e quindi -chissà- forse non difetto e comunque anche quelli vengan in gran parte da lí -son già codificati; non bastasse, le vicende narrate e come son narrate: sublimi e splendidamente; e vediamole dunque: ma guarda un po’: ci son già tutte: i conflitti gli amori gli intrighi (lla ddróga) la vita bene supremo: la battuta di achille in canto undicesimo se la sono passata tutti fino a shakespeare -misura per misura- e avanti ancora; non c’è commedia senza -divina intendo-; nel primo motore motissimo son gli dei -il secondo inventa il romanzo (sicuramente il flashback): l’uomo al centro -e giú a valanga fino a’ lumi e di lí a razzo... va anche detto che per i greci odisseo era un tristo ed è con i romani che assurge a modello (non a caso cambia nome e diventa ulisse-se la semiotica ha un senso…) -figúrati -cinico e baro come la pax romana…
in conclusione, impossibile non considerarli un unicum e se devo indicare un punto di scaturigine ebbene è questo; e a tal proposito: se l’opere son scritte secondo cronologia è meglio leggerle anche,cronologicamente: non è un dogma -certo- e la lettura disordinata va benissimo, però…il percorso filologico…
infine un’annotazione di carattere climatico: è una lettura estiva -sicuramente- cosí come dostoevskij è invernale: gente nella neve fino a’ ginocchi e paesaggi gelati van gustati col gran freddo -la piana d’ilio turrita bruciata dal sole -eh, te lo devi sentire sulla pelle...

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